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La condanna per divulgazione di notizie "segretate" non viola l'art. 10 CEDU

Aggiornamento: 8 gen 2021


@ Image credits: Council of Europe




OSSERVATORIO CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO


A cura di Emanuele Sylos Labini


Nell'ottica di sviluppare un contenuto che possa essere di ausilio per studiosi e professionisti, a partire dal mese di ottobre 2020, verrà pubblicato con cadenza regolare l'Osservatorio sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la cui influenza diretta sugli orientamenti degli ordinamenti nazionali pare destinata sempre più ad aumentare.

La rubrica contiene una rassegna di stralci di pronunce accuratamente selezionate secondo la rilevanza delle questioni trattate, corredate da un breve riferimento alla massima, nonché all'indicazione dell'articolo della Convenzione violato.

Per i casi che non riguardano il nostro ordinamento, in assenza di una traduzione ufficiale in lingua italiana, si è preferito procedere ad un breve riassunto della quaestio in analisi, a cui segue il riferimento diretto al link ove è presente la pronuncia in lingua inglese.



La condanna per divulgazione di notizie "segretate" non viola l'art. 10 CEDU


Corte EDU, 17 dicembre 2020, ricorso n. 614790/15, Sellami c. France

(sentenza in lingua: http://hudoc.echr.coe.int/eng?i=001-206518)



Massima

La condanna penale per aver pubblicato, nell’esercizio dell’attività giornalistica, informazioni coperte da segreto istruttorio nel quadro di indagini giudiziarie in corso di svolgimento non integra una violazione del diritto alla libertà di espressione.


Caso

Nel caso di specie, il ricorrente era stato condannato, ai sensi degli artt. 226-13 e 321-1 del codice penale francese, alla pena pecuniaria di 3000 Euro per aver divulgato, nell’ambito della sua attività professionale, notizie coperte da segreto istruttorio (in particolare, un’immagine elaborata dalle forze dell’ordine), in quanto rientranti nel materiale probatorio di indagini giudiziarie in corso di svolgimento; informazioni ottenute in violazione del segreto professionale e riportate all’interno di un articolo di cronaca di un quotidiano francese.

La Corte di Strasburgo ha, tuttavia, ritenuto che la ricostruzione dei fatti e la valutazione giuridica offerta dai giudici nazionali non fosse censurabile e che, conseguentemente, non si dovesse riscontrare alcuna violazione dell’art. 10 CEDU, rubricato “Libertà di espressione”. A ben vedere, infatti, il diritto di cronaca e, dunque, l’interesse collettivo all’informazione non giustifica la pubblicazione del materiale istruttorio in questione, considerando che la diffusione dell’immagine aveva avuto un effetto pregiudizievole sul corretto svolgimento del procedimento penale.

I Giudici concludono sulla correttezza del bilanciamento degli interessi in gioco compiuto dalle Corti nazionali ed escludono la violazione dell’art. 10 CEDU.


(A cura di Giulio Baffa)




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